Che ti piaccia o meno, le persone si aspettano di trovarti su Facebook. Oggi, con Google e YouTube, è il sito più visitato al mondo, conta una media di circa un miliardo e mezzo di utenti attivi al giorno e il numero è destinato ad aumentare. Ma sei sicuro di usarlo nel modo giusto? Se hai uno studio, sei un libero professionista o sei un ingegnere in cerca di lavoro sarebbe un grave errore non sfruttare al massimo questo social network per costruire o rafforzare la tua immagine professionale. Vediamo quindi come usare Facebook, analizzando le opportunità che ci offre:
- Profilo personale
- Fan page
- Gruppo
Il profilo personale e sottolineo “personale”
Il profilo Facebook è un “contenitore” personale, puoi condividere testi, foto, video. Insomma, istanti di vita. Generalmente lo si utilizza per comunicare con parenti e amici ma non è difficile pensare che venga sbirciato anche da chi non ti conosce e, prima di contattarti, vuole delle rassicurazioni su chi tu sia. Per questa ragione, se sei un professionista e decidi di usare il profilo personale per far conoscere la tua attività, devi fare molta attenzione a cosa pubblichi e soprattutto a chi permetti di far vedere i tuoi contenuti. Il consiglio è sempre quello di controllare scrupolosamente le impostazioni per la privacy. Lasciare che il cliente entri nella propria sfera privata è una tecnica di marketing che aiuta le persone a fidarsi di te ma sovraesporre la tua vita e, soprattutto, i tuoi affetti è cosa ben diversa.
Se sei “aperto” a tutti la scelta del linguaggio che utilizzi e il tipo di contenuti che produci o condividi dovrà sicuramente essere misurato, altrimenti potresti deludere i clienti che ti seguono. In ogni caso, prima di pubblicare, puoi decidere di volta in volta il livello di privacy del tuo post. Come? Cliccando sul bottone “Amici”, in basso a dove scrivi, e scegliendo a chi permettere di vedere il tuo contenuto. Ricorda che hai il controllo dei tuoi contatti: puoi catalogare per livelli di conoscenza, impostare restrizioni, bloccare o eliminare tutti liberamente, addirittura decidere cosa fare del tuo account dopo la morte, ma la responsabilità di quello che pubblichi è solo tua.
La fan page di Facebook: la pagina professionale per diventare una (rock) star
Se il profilo è stato pensato come qualcosa di personale (anche se molti non lo utilizzano come tale), la pagina è stata progettata per fare business (non solo il tuo ma anche quello di Facebook). E quando dico business non intendo collezionare “like” ma mi riferisco proprio a guadagnare. Si chiama fan page non perché è destinata esclusivamente alle rock star e ai loro fan ma perché ti fornisce tutti gli strumenti per avere successo con la tua attività professionale. La pagina, infatti, ti permette di fare molte cose che con il profilo personale non puoi fare: avere contatti illimitati – il profilo ha il limite dei 5000 -, condividere e promuovere i tuoi contenuti, accedere agli Insights – cioè alle statistiche per monitorare le interazioni dei tuoi iscritti. Su Facebook business trovi tutte le indicazioni che ti occorrono per partire con la creazione di una fan page.
Per capire meglio come funziona facciamo un esempio: ipotizziamo che hai uno studio che si occupa di progettare costruzioni in legno. Apri una pagina Facebook e cominci a produrre contenuti su questo argomento. Se riesci a creare una connessione con le persone interessate a questo tema (amici, clienti, colleghi ingegneri, imprese che producono pannelli X-Lam, ecc), col tempo accrescerai gli iscritti alla tua fan page. Questi potrebbero condividere a loro volta i tuoi post con i propri contatti, innescando un meccanismo che viene definito virale, e che può farti aumentare considerevolmente i fan. In realtà, questo processo è generalmente molto lento. Per avere la meglio sull’algoritmo di Facebook c’è bisogno di tanta continuità e una grande qualità nei contenuti che si producono. In caso contrario ci si affida ai Facebook Ads, le cosiddette inserzioni. Ma questa è un’altra storia.
Gruppo Facebook? Si ma con criterio
Come ho appena accennato, se hai aperto la pagina del tuo studio e dopo un po’ ti accorgi che le visualizzazioni dei tuoi post sono sempre più fiacche sappi che ci sono milioni di motivi, tutti imputabili ad un solo colpevole: l’algoritmo di Facebook. Troppa auto promozione, contenuti noiosi e ripetitivi, molti post in poco tempo, sono tutti elementi che vengono penalizzati dal grande “cervellone”. Risultato? Poca copertura, poco engagement e viceversa. Ecco perché, in questa giungla digitale, il (fare) gruppo può essere molto utile. Cos’è un gruppo? Non è altro che una community nella quale gli iscritti commentano vari argomenti che riguardano uno stesso settore. Creare un gruppo, preferibilmente collegato alla pagina della tua attività può servire a promuoverla, a coinvolgere gli iscritti, ad analizzare e perfino a trovare soluzioni ai problemi che sollevano i colleghi.
Ma per fare ciò occorre che sia amministrato con criterio ovvero in modo tale che sia un’occasione di crescita professionale e non un ricettacolo di critiche fini a se stesse o ipotesi fuorvianti. Il gruppo deve essere di qualitàe composto da persone realmente interessate all’argomento. Ecco perché, anche in questo caso, controllarne la privacy (gruppo pubblico, chiuso o segreto) è fondamentale. Non ci sono molti gruppi di ingegneri su Facebook e questo dimostra quanto la categoria non abbia ancora compreso appieno l’utilità dei social network. Quelli che ci sono si differenziano per luogo (es. Ordine ingegneri della provincia di Ancona, Ingegneri italiani in Australia), per specializzazione professionale (es. Ingegneri strutturisti, agronomi e forestali, gestionali, ecc.) e poi ce n’è qualcuno “motivazionale” (Sei ingegnere se…., Fidati di me che sono ingegnere, ecc).
In definitiva, quindi, la scelta di usare il profilo personale, la pagina professionale o il gruppo, dipenderà dal messaggio che vuoi mandare, da come vuoi veicolarlo e a quale pubblico hai intenzione di rivolgerti. In generale però, credo sarai d’accordo con me, perdere un’occasione come questa per promuovere quello che fai, sarebbe davvero un peccato. Il futuro è online. Che ti piaccia o meno.