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Fotovoltaico plug and play: novità in vista

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Meglio conosciuto come “microfotovoltaico a spina“, il fotovoltaico plug and play è stato concepito per colmare le criticità degli impianti fotovoltaici incentivati.
Il progetto, presentato alle manifestazioni internazionali sull’innovazione, dal 2012 è risultato sempre conforme alle norme vigenti in forza di una deviazione alla Norma CEI 0-21 che equiparava le connessioni attive in bassa tensione con potenza inferiore a 1 kW a connessioni passive, non ascrivibili pertanto agli obblighi cogenti sull’utilizzo dei generatori connessi in parallelo alla rete pubblica.
Nel luglio 2016 l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (oggi ARERA), con la delibera 786/2016/R/eel, ha confermato l’estensione del campo di applicazione delle disposizioni previste per gli utenti attivi anche agli impianti di produzione con potenza nominale inferiore a 1 kW, ferma restando la semplificazione richiesta nel 2017 al CEI, per gli impianti di piccolissima taglia inferiore a 800 Watt.
Nello stesso documento venivano richieste al CEI specifiche disposizioni regolatorie per la connessione degli impianti di produzione di piccolissima taglia (non limitandosi quindi ai soli impianti “plug and play” come precedentemente indicato in consultazione) nell’ambito del protocollo d’intesa e auspicando una semplificazione della stessa Norma CEI 0-21, anche alla luce del quadro tecnico normativo Europeo RFG, eventualmente distinguendo tra impianti di produzione “plug and play” e altri impianti, fermo restando la sicurezza e la prestazione dei servizi di rete essenziali, rinviando le conseguenti modifiche e/o integrazioni al TICA, successivamente al completamento delle predette semplificazioni.

La chiara presa di posizione dell’Autorità, sull’impiego dei piccoli impianti di generazione plug and play e il contestuale mandato imposto al CEI per regolarne potenza massima d’utilizzo, protezioni e attitudine all’interazione con la rete pubblica, ha portato alla luce una valenza inedita per questo innovativo comparto, ovvero quella di un generatore fotovoltaico “semplificato” assimilabile ad un elettrodomestico e pertanto assoggettabile anche alla Norma CEI 64-8 che regola nello specifico, i circuiti elettrici residenziali.

Dopo oltre un anno di confronti in ambito CEI, il gruppo di lavoro incaricato è pronto a pubblicare on-line una consultazione pubblica con le implementazioni che contraddistingueranno la nuova versione della Norma CEI 0-21 che sgombrerà il campo da dubbi e/o perplessità sull’uso dei piccoli impianti fotovoltaici a spina, (acronimo P&P).
Dalle prime indiscrezioni risulterà obbligatoria nell’ambito residenziale, la supervisione preventiva di un elettricista che predisponga con un circuito specifico, centralino/presa, l’uso del plug & play, lo stesso operatore abilitato, modificando l’impianto elettrico esistente dovrà:
a) Certificare il rispetto delle disposizioni di cui all’articolo 7-bis, comma 5, del decreto legislativo n. 28 del 2011 (ove previsto);
b) Che la progettazione e realizzazione delle opere connesse sarà realizzata in conformità alle disposizioni del decreto 22 gennaio 2008 n. 37 in materia di sicurezza degli impianti e che, presso l’impianto, è resa disponibile la relativa documentazione, inclusa la dichiarazione di conformità;
c) Che l’impianto e le opere connesse saranno realizzate in conformità alla Norma CEI 0-21 recante “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica” e successive modifiche e integrazioni;

Assecondate le disposizioni sulla sicurezza, riconducibili alla Norma CEI 64-8 e alla Norma CEI 0-21 risulta altresì obbligatorio per l’utente produttore, rispettare le prescrizioni previste per l’utilizzo del plug & play, riportate nel regolamento di esercizio del distributore, in quanto se le stesse fossero disattese, verrebbe potenzialmente sospesa la fornitura elettrica, sino al ripristino delle condizioni prescritte.
Inalienabili risultano infatti le certificazioni di cui alla Norma CEI 0-21 degli apparati e la loro tracciabilità, depositando a sistema le credenziali dell’utente e dell’impianto, contestualmente si attiveranno le procedure per abilitare il contatore esistente, da punto di connessione passivo ad attivo, frangente che in virtù delle semplificazioni spettanti a questa categoria di impianti, non prevederà nessuna rivalsa sulle partite di energia involontariamente cedute alla rete, in quanto quadro normativo, concepito per il mero autoconsumo.

Pertanto entro la primavera i piccoli impianti plug & play potrebbero godere del loro status semplificato.
Poche e chiare regole, a tutela della sicurezza, permetteranno agli operatori di allargare il campo d’utilizzo della tecnologia fotovoltaica, come costantemente suggerito dai paesi nord europei, che sempre più spesso nelle ristrutturazioni trasformano l’involucro edilizio in una centrale di generazione elettrica, sacrificandone certamente le prestazioni con pose verticali, ma altresì rispettosi della “Direttiva 2010/31/EU” oggi obbligatoria anche per l’Italia, per traguardare Edifici a energia quasi zero (NZEB, Near Zero Energy Buildings)

In sintesi il perché di questa tecnologia minimale, si evince dalla seguente tesi incontrovertibile:
Se consumi energia, una quota dovrai sempre auto-produrla da fonte rinnovabile; Indipendentemente dal luogo o dall’edificio”. Questo sarà il diktat che cambierà la razio progettuale dei prossimi mesi, per contenere le emissioni clima-alteranti, utilizzando in simbiosi le molteplici tecnologie green disponibili, plug & play compreso.

Massimo Berti
One Way Energy

Fonte


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