La linea vita è un sistema di ancoraggio anticaduta obbligatorio nei lavori in quota. Cosa prevede la normativa nazionale, regionale e la UNI 11560:2022
Le linee vita sono un insieme di ancoraggi posti in quota sulle coperture alla quale gli operatori si agganciano tramite imbracature e relativi cordini. La sicurezza è sempre un elemento fondamentale in ogni luogo di lavoro e lo è ancora di più quando i lavoratori svolgono la loro attività ad altezze notevoli. Progettare accuratamente una linea vita è indispensabile per tutti i lavori di questa tipologia e, vista la sua importanza nella salvaguardia della salute dei lavoratori, deve essere fatta rispettando precise norme. Assicurati, quindi, di utilizzare specifici strumenti, come il software per il calcolo della linea vita, in grado di supportarti nell’esecuzione del calcolo della linea vita e nella redazione dell’elaborato tecnico della copertura secondo le norme nazionali, regionali e provinciali e secondo i criteri della norma UNI 11560:2022.
Cos’è una linea vita?
La linea vita è un sistema di ancoraggio posto sulla copertura di un edificio progettato per garantire la sicurezza dei lavoratori che svolgono lavori in quota.
Gli elementi che compongono una linea vita sono:
- ancoraggi verticali per linea flessibile da fissare, in base al tipo di copertura, sulla trave di colmo, sulle falde del tetto o sul pacchetto isolante;
- dissipatore di energia tra linea vita ed imbracatura, che frena e rallenta la velocità di caduta;
- punti di ancoraggio sotto-tegola per realizzare percorsi di risalita dall’accesso alla copertura alla linea vita principale; sono ideali per edifici storici in quanto poco visibili.
Per ancoraggio si intende l’insieme di tre elementi:
- la struttura di supporto (materiale base);
- l’ancorante;
- l’elemento da fissare.
Gli ancoraggi sono sistemi destinati al fissaggio, ad una struttura di supporto, di opere provvisionali, di dispositivi di protezione collettiva e individuale e di attrezzature di lavoro. Questi possono essere fissati alla struttura in modo permanente o non permanente.
Linea vita obbligatoria
L’installazione di una linea vita è obbligatoria quando si svolgono lavori oltre i 2 metri di altezza rispetto a un piano stabile, ovvero nei cosiddetti lavori in quota. In linea generale è obbligatoria non solo nel caso di lavori su tetti, impianti industriali ma anche per l’installazione di un impianto fotovoltaico e per le periodiche attività di manutenzione e controllo; nello specifico, le norme regionali definiscono gli obblighi da rispettare.
Elaborato tecnico della copertura
Il primo requisito per procedere all’installazione della linea vita è quello di elaborare un progetto. Il progetto di installazione avviene attraverso una serie di documenti specifici che vanno a costituire l’elaborato tecnico della copertura che puoi redigere con il software per il calcolo della linea vita partendo dal disegno della planimetria della copertura.
Deve essere redatto, sia per edifici pubblici che per quelli privati, per ogni intervento edilizio o impiantistico che riguarda coperture di nuove costruzioni o di edifici esistenti anche nei casi di:
- restauro;
- risanamento conservativo;
- ristrutturazione;
- installazione di impianti tecnici;
- telematici e fotovoltaici in copertura;
- varianti in corso d’opera;
- interventi edilizi in sanatoria.
L’elaborato deve contenere:
- la relazione tecnica illustrativa (con verifiche dei sistemi anticaduta);
- la relazione tecnica di calcolo degli ancoraggi;
- la planimetria della copertura.
Linea vita: normativa
Il principale riferimento normativo per l’utilizzo delle linee vita è il dlgs 81/08. Nello specifico, l’art. 111 al comma 5 afferma che il datore di lavoro deve occuparsi direttamente della sicurezza dei dipendenti mettendo in atto misure per minimizzare i rischi. Quando necessario, deve essere predisposta l’installazione di dispositivi anticaduta con una configurazione ed una resistenza tali da evitare o da arrestare le cadute da luoghi di lavoro in quota e da prevenire, per quanto possibile, eventuali lesioni dei lavoratori.
L’art. 115, invece, specifica che nei lavori in quota, qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva come previsto all’articolo 111, è necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione idonei per l’uso specifico composti da diversi elementi, non necessariamente presenti contemporaneamente, conformi alle norme tecniche, quali:
- assorbitori di energia;
- connettori;
- dispositivo di ancoraggio;
- cordini;
- dispositivi retrattili;
- guide o linee vita flessibili;
- guide o linee vita rigide;
- imbracature.
In quale regioni sono obbligatorie le linee vita?
Le regioni che impongono l’installazione di linee vita sulle nuove costruzioni o sugli interventi di ristrutturazione sono:
- Friuli Venezia Giulia;
- Veneto;
- Lombardia;
- Piemonte;
- Liguria;
- Emilia Romagna;
- Toscana;
- Provincia di Trento;
- Comune di Torino (regolamento edilizio);
- Marche;
- Umbria;
- Campania;
- Sicilia.
Ogni territorio impone verifiche diverse, ma in generale viene sempre richiesta la seguente documentazione:
- planimetria dell’impianto anticaduta considerando gli accessi, le zone di transito, ecc;
- relazione sulle scelte progettuali, nonché la tipologia dei punti di ancoraggio scelti;
- certificazioni dei dispositivi anticaduta;
- certificato del produttore sui materiali;
- dichiarazione riguardo alla corretta messa in opera dei componenti di sicurezza in relazione alle indicazioni del fornitore dei componenti anticaduta, dei fissaggi e delle norme di buona tecnica;
- calcolo e verifica della capacità della struttura di sopportare i carichi trasmessi dalle componenti anticaduta.
Linea vita: tipologie e caratteristiche
Le linee vita sono molteplici ed ognuna è caratterizzata da diverse specifiche tecniche. In base al materiale utilizzato possono essere rigide o flessibili, o ancora possono essere provvisorie e quindi rimosse una volta terminati i lavori o contrariamente essere permanenti. Le linee vita vengono raggruppate dalla norma tecnica UNI EN 795 in 5 macrocategorie:
- tipo A: con uno o più punti di ancoraggio stazionari;
- tipo B: con molteplici punti di ancoraggio provvisori portatili;
- tipo C: gli ancoraggi sono dotati di linee flessibili orizzontali;
- tipo D: gli ancoraggi sono dotati di linee rigide orizzontali;
- tipo E: sono ancoraggi a corpo morto utili su spazi piani.
Vediamo nel dettaglio le caratteristiche di ciascuna tipologia:
Il dispositivo di ancoraggio di tipo A è caratterizzato da uno o più punti di ancoraggio stazionari con la necessità di ancoraggio strutturale o elemento di fissaggio per fissarlo alla struttura. L’utilizzo di questo dispositivo, generalmente, è limitato agli effetti pendolo o ai percorsi di accesso alla linea principale.
La tipologie di tipo B e di tipo E sono dispositivi che rientrano nel Regolamento Europeo 425 del 2016 che li identifica come DPI in quanto sono removibili dopo ogni utilizzo. In particolare il tipo B è un dispositivo removibile come ad esempio gruette, tripodi o punti di ancoraggio, mentre quello di tipo E si riferisce a tutti quei dispositivi la cui resistenza si basa esclusivamente sulla massa e sulla frizione tra il dispositivo stesso e la superficie.
Il dispositivo di ancoraggio di tipo C impiega, invece, una linea di ancoraggio flessibile che devia dall’orizzontale non più di 15 gradi (se misurata tra gli ancoraggi di estremità e intermedi in qualsiasi punto sulla sua lunghezza). Questa soluzione comporta una maggiore ergonomia rispetto ai punti singoli in quanto l’operatore può compiere lunghe distanze senza mai doversi staccare dal dispositivo.
Infine, il dispositivo di ancoraggio di tipo D che impiega una linea di ancoraggio rigida che devia dall’orizzontale non più di 15 gradi, ovvero sfrutta una guida rigida, di solito un binario, lungo la quale può scorrere un carrello che funge da punto di ancoraggio mobile. Anche questa tipologia permette una buona ergonomia di utilizzo in quanto l’operatore può compiere lunghe distanze senza mai staccarsi dal dispositivo.
Linea vita e UNI 11560:2022
La norma UNI 11560 stabilisce i criteri per la scelta, la configurazione, l’installazione e l’uso dei sistemi di ancoraggio in copertura e fornisce anche indicazioni per la progettazione, le ispezioni e la manutenzione dei sistemi stessi. In particolare, introduce importanti novità che riguardano:
- le figure coinvolte nei processi di installazione, ispezione e manutenzione;
- la documentazione relativa al sistema di ancoraggio;
- i controlli da eseguire in fase di ispezione.
Le figure coinvolte nell’installazione, ispezione e manutenzione
Le figure responsabili dell’installazione, dell’ispezione e della manutenzione dei sistemi di ancoraggio sono:
- installatore base: persona competente, in grado di effettuare il montaggio, l’eventuale smontaggio e l’ispezione al montaggio del sistema di ancoraggio;
- installatore intermedio: persona competente, in grado di effettuare il montaggio, l’eventuale smontaggio, l’ispezione al montaggio e l’ispezione periodica del sistema di ancoraggio;
- installatore avanzato: persona competente, in grado di effettuare il montaggio, l’eventuale smontaggio, l’ispezione al montaggio, l’ispezione periodica e l’ispezione straordinaria del sistema di ancoraggio.
Documentazione relativa al sistema di ancoraggio
Le fasi relative al processo di progettazione e realizzazione di un sistema di ancoraggio permanente comprendono:
- progetto della configurazione del sistema di ancoraggio effettuato dal progettista del sistema di ancoraggio;
- esame del manuale di istruzione ed installazione dei dispositivi scelti (con le indicazioni dei carichi trasferiti agli ancoraggi ed alle strutture di supporto);
- intervento del progettista strutturale per valutare e verificare il tipo di ancorante alla struttura di supporto in funzione della tipologia del materiale della struttura, con verifica statica e/o dichiarazione di idoneità statica della struttura di supporto stessa;
- installazione del sistema di ancoraggio con riferimento al progetto, alle indicazioni contenute nel manuale e nella verifica del progettista strutturale;
- dichiarazione di corretta installazione da parte dell’installatore;
- archiviazione ordinata della documentazione a cura del committente;
- elementi costituenti l’elaborato tecnico della copertura;
- relazione di calcolo.
Controlli da eseguire in fase di ispezione
La linea vita è soggetto a diversi tipi di ispezione quali:
- ispezione al montaggio effettuata dall’installatore base ed eseguita in accordo con le istruzioni del fabbricante dei dispositivi, del progettista del sistema di ancoraggio e del progettista strutturale;
- ispezione prima dell’uso condotta dall’utilizzatore, in cui vengono effettuati controlli sul sistema di ancoraggio riguardo al suo stato di impermeabilizzazione, usura, ossidazione o corrosione, deformazioni dei componenti, deformazioni anomale della fune, ecc;
- ispezione periodica effettuata dall’installatore intermedio e/o dal tecnico abilitato e consiste in una ispezione sia visiva che strumentale che riguarda sia il sistema di ancoraggio sia la struttura di supporto e i fissaggi;
- ispezione straordinaria effettuata dall’installatore avanzato e/o dal tecnico abilitato quando il sistema di ancoraggio deve essere messo in servizio e nel caso siano rilevati difetti o inconvenienti.
I controlli sulla documentazione del sistema di ancoraggio prevedono la verifica di:
- elaborato grafico rappresentativo del sistema;
- relazione tecnica generale;
- relazione di calcolo strutturale;
- documentazione fotografica del sistema;
- dichiarazione di corretta posa del sistema;
- manuali di installazione, uso e manutenzione degli ancoraggi;
- dichiarazione di conformità/rispondenza degli ancoraggi;
- indicazione d’uso dei DPI da utilizzare;
- programma di manutenzione del sistema;
- registro delle ispezioni/manutenzioni del sistema;
- registro degli accessi al sistema.
Le attività di ispezione sono indispensabili e obbligatorie per garantire l’efficacia nel tempo dei sistemi di ancoraggio.